Commento al Vangelo del giorno Gv 15,26-16,4a - "Ma chi siamo noi?".

Gv 15,26-16,4a (traduzione CEI 74):
26Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; 27e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. 1Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. 2Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. 3E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. 4aMa io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato. 4bNon ve le ho dette dal principio, perché ero con voi.

Ma chi siamo noi? Ce la siamo mai fatta questa domanda? Se ci pensiamo un attimo prendiamo sicuramente consapevolezza che abbiamo perso la verità su noi stessi e così ci facciamo prendere dall’ansia e vogliamo sapere chi siamo e ci affidiamo a chi ci da la risposta immediata. La risposta dove la possiamo trovare? dentro la nostra parte più intima, più profonda. Dobbiamo scavare sempre di più nel silenzio e scopriremo una voce che ci ripete incessantemente la verità e la cosa che ci deve tranquillizzare è che questa presenza rimane. QUante volte sin da bambini ci siamo domandati “chi sono?”. È molto importante per ognuno di noi sapere chi siamo realmente, perché l’uomo agisce in base a ciò che è. L’agire segue sempre l’essere.

Quello che l’evangelista ci sta dicendo è importante per la nostra vita di credenti, chi non sa chi è Gesù che agisce in favore dell’uomo, non sa chi è il Padre. Non può comprendere chi è Dio, chi è Gesù. Ma l’evangelista ce l’ha detto qualche settimana fa che Dio lo troviamo proprio in noi stessi e nel fratello, e lo troviamo soprattutto nel servizio agli altri. 

Se non mettiamo davanti alle cose superflue il bene dell’uomo come valore assoluto e gli si sovrappone la legge, la dottrina, si farà soffrire l’uomo. Per conoscere chi è realmente Gesù e di conseguenza Dio bisogna mettere nella propria vita al primo posto il bene dell’uomo come unico valore sacro! La non conoscenza di Dio avrà conseguenze tragiche, vi scacceranno dalle sinagoghe, anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. Faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Quando non si conosce Dio le conseguenze possono essere devastanti, quando non si conosce Dio nel nostro io, nel nostro profondo, si vive ovattati, in una campana di vetro chiamata religione che in nome di Dio uccide l’uomo! Pensiamo alle crociate, pensiamo ai roghi, pensiamo alle emarginazioni. Rendere culto a Dio ammazzando l’uomo significa far conoscere un Dio assassino come i responsabili del crimine. 

Occorre giungere a stupirsi di avere dentro di noi la stessa relazione indissolubile indistruttibile tra Gesù e il Padre, questo Amore potente che da origine  a tutto e tutto rinnova. Riscoprendo quindi Dio nel nostro intimo possiamo perderci nell’unione più profonda dei due chiamato Spirito Santo, ovvero sangue del mio sangue, nervi dei miei nervi, carne della mia carne, mente della mia mente, dono grandioso non per merito ma per la grazia. 

E scopriremo che siamo figli amati, da quel Dio che ha fatto nuove tutte le cose, che ci ha liberato dalla morte del cuore portandoci la vita nel cuore.