A seguito di un corso di formazione di psicologia dell'adolescenza che ho frequentato, vorrei condividere con voi alcune caratteristiche del periodo adolescenziale e parlare dei falsi miti inerenti a questo periodo complesso dei nostri ragazzi.

La psicologia dell’adolescenza è quel ramo della psicologia che si occupa del periodo di transizione dallo stato infantile allo stato adulto di un individuo, che coincide indicativamente con un'età compresa tra i 10 e i 20 anni.

Tutti noi siamo consci che l'adolescenza è un periodo difficile, pieno di conflitti e di problemi, ma la domanda più importante che si sono posti i ricercatori da anni e anni è: "Ma siamo proprio sicuri che non sia un periodo nel complesso positivo?".
Quante volte ci ricordiamo di fatti accaduti nella nostra adolescenza quando avevamo un'età indicativamente compresa tra i 10 e i 25 anni? Se ci facciamo caso, quei ricordi sono quelli rievocati più frequentemente e più nitidamente. Sono ricordi nitidi e intensi, sempre frequenti e sempre chiari. Questo ricordo, dicono gli esperti, non è dovuto alla vicinanza di età nel caso si abbia una trentina/quarantina di anni o alla capacità mnemonica di cui siamo tutti gli esseri umani sono dotati, ma molto probabilmente dalla natura stessa degli eventi.

Si sono subito poste delle ipotesi:

  1. le molte esperienze vissute per la prima volta nell'adolescenza sono apprese in modo irreversibile e potente e quindi ci rimangono più impresse nella nostra mente
  2. le esperienze di questo periodo sono emotivamente più pesanti e i circuiti emozionali del nostro cervello sono iperattivati, rendono i ricordi più nitidi e "pronti all'uso"
  3. alcuni episodi e alcune esperienze di questo periodo hanno costruito il nuovo individuo, il nostro essere adulti

Chiaramente queste tre ipotesi vennero dichiarate inadeguate perchè spesso ricordiamo anche cose irrilevanti e poco significative. La spiegazione più accreditata è sicuramente quella biologica nella quale il nostro cervello è paragonato a un registratore che memorizza le situazioni e le esperienze ed è predisposto chimicamente a codificare i ricordi in modo profondo grazie alla presenza dei neurotrasmettitori che vengono rilasciati quando viviamo momenti emotivamente forti.

L'adolescenza è un periodo difficile anche per i genitori perchè vedono il loro bambino cambiare e crescere, ma soprattutto perchè questo è il momento iniziale di separazione dalle figure genitoriali e dalla propria identità infantile. Se ci facciamo caso, i nuovi modelli identificativi infatti vengono individuati nel gruppi dei pari (amici, compagni di classe) e nel contesto sociale esterno (altre figure di riferimento esterne alla famiglia).

L'adolescenza è un concetto talmente vario e storicamente antico e ne abbiamo un esempio in Aristotele. È un concetto che a livello culturale mostra tantissime differenze ed è un periodo di connotazione sociale e culturale.

Secondo Hall l'adolescenza è una nuova nascita in cui avvengono cambiamenti a livello psicologico, neurologico e cerebrale. La cosa che lascia stupiti è che nel codice civile e penale, parlando nel contesto italiano, si parla di "minore" e non di "adolescente" e questa è una grande pecca del sistema, dal mio punto di vista, perchè anche di fronte alla legge il ragazzo adolescente viene considerato per alcuni aspetti un bambino e per altri un adulto.

Come sappiamo l’adolescenza segna la transizione dall’infanzia all’età adulta e le transizioni sono sempre dei momenti particolari e complicati. In realtà non esiste una sola adolescenza, ma tante adolescenze, come dicono gli esperti tra cui Palmonari, perchè questo è un periodo continuo e non unitario. Infatti l'adolescente si trova in una fase in cui anche se si distacca e si allontana, le relazioni fondamentali sono quelle con le figure di riferimento. Se ci facciamo caso, quando i problemi arrivano "tutti insieme" i ragazzi si sentono persi, impotenti e sono consapevoli di non potercela fare da soli. Nell'adolescenza entrano in gioco tantissimi fattori tra cui quelli socio-economici e culturali. Non bisogna però neanche dare per scontato i geni, la kisspeptina/leptina e la melatonina che aumentano in questo periodo, lo sviluppo del corpo dei ragazzi e delle ragazze e lo stress.

Inoltre l'inizio e la fine dell'adolescenza non sono totalmente definiti. In questi anni si è notato che l'inizio sta anticipando e la fine sta posticipando. Di solito si fa coincidere l'inizio con la fase chiamata "preadolescenza" per identificare quel periodo in cui si stanno iniziando a manifestare i primi comportamenti legati ancora all'età infantile. Si pensi solo ai cambiamenti fisici, a quelli sociali e alle prime conflittualità con gli adulti su cose assolutamente inutili e banali. La "media adolescenza" è il periodo più difficile in quanto la conflittualità tocca temi sempre più delicati e le discussioni tendono a essere sempre più accese. La "terza adolescenza" invece è il periodo in cui si nota un lento riavvicinamento sul piano relazionale. Non si piò parlare negli stessi termini di un quattordicenne e di un diciassettenne perchè hanno compiti biologici e sociali differenti.

Molte volte si sentono pronunciare le seguenti frasi:

1. "Le tempeste ormonali mandano gli adolescenti fuori di testa"
È vero che alla loro età i ragazzi hanno "gli ormoni a palla", ma questi non sono alla base di atteggiamenti che mettono in atto gli adolescenti stessi. Un esempio che può essere la causa di questi atteggiamenti adolescenziali sono i cambiamenti nello sviluppo del cervello. Gli studi scientifici mostrano che a quell'età il cervello ha già delle zone sviluppate, mature e iperattivate perchè gli ormoni sono maturi, ma le altre zone sono ancora "acerbe" e maturano più lentamente: questo si traduce in un sistema che lavora in modo particolare. Questo aspetto lo tratterò in un prossimo articolo.

2. "Gli adolescenti sono immaturi, confusi, irresponsabili: un periodaccio! Bisogna “tener botta” e aspettare che maturino?"
A questa frase/quesito ci rispondono Siegel (2013) e Steinberg (2015) affermando: "È un periodo ricco di opportunità! Le caratteristiche dell'adolescente servono a gettar le basi per far fiorire lo sviluppo delle caratteristiche fondamentali della persona, la ricerca di significati e l'intraprendenza. È quindi necessario creare le condizioni per esprimere al meglio le loro potenzialità"

3. "Gli adolescenti devono diventare completamente indipendenti dagli adulti"
È evidente che i rapporti con gli adulti possono offrire molto durante l'adolescenza. Non deve esserci isolamento, ma interdipendenza: un allontanamento progressivo con il supporto dei pari per imparare con il tempo sia a dare sia a ricevere un supporto. Il ragazzo ha bisogno di una sua autonomia per lo svviluppo della nuova identità, non ha bisogno di essere messo sotto una campana di vetro. Il ragazzo deve essere in grado di scoprire la propria sessualità e iniziare la conoscenza degli altri. Ha la voglia di autonomia e indipendenza, oltre a voler costruire un sistema di valori autonomo. Deve iniziare a prendere delle decisioni in merito ai propri interessi e stili di vita ed è chiamato a fare scelte per il suo futuro.