Commento al Vangelo del giorno Mt 6,24-34 - "Non preoccupatevi"

continuazione di Mt 6,19-23 - "Il tesoro" - commento

Mt 6,24-34:
24Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. 25Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? 28E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.

Gesù nel brano precedente ci ha insegnato a rivolgerci a Dio e riconoscerlo come il Padre/Madre Nostro e ora si sofferma sul regno di Dio, ovvero quella nuova società in questo mondo di debolezze. “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro”, ed ecco che punta il dito di nuovo sui capi dei sacerdoti e sui potenti: non si può servire Dio e contemporaneamente il dio denaro/potere. Si dovrebbe usare il termine mammona che abbiamo già trovato qualche tempo fa. Cos'è la mammona? l’interesse di fare determinate cose, il promulgare determinate leggi a proprio favore, la convenienza, il denaro, i palazzi del potere istituzionale. Chi è quindi il vero rivale di Dio? Proprio mammona che noi stessi mettiamo tra lui e noi come un muro, quello di fronte al quale Dio non può fare nulla. Per tre volte, Gesù invita i suoi a non preoccuparsi nel caso in cui avessero accolto e messo in pratica le beatitudini, ovvero quell’occuparsi del bene e del benessere degli altri per poter rendere visibile quel Dio che è amore. “Guardate gli uccelli del cielo”. Perché tra infiniti esempi possibili è stato scelto proprio questo? Perché gli uccelli erano considerati animali inutili all’epoca di Gesù e venivano considerati animali nocivi. Ed ecco che nuovamente prende come esempio gli esseri più inutili, più insignificanti del creato con quel “non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. QUesto ovviamente non vuol dire stare con le mani in mano aspettando che ci viene portata la pappa fatta. E poi ci invita a osservare con l’intento di imparare da ciò che si guarda proprio i gigli del campo che hanno la durata di un solo giorno. E ora però deve puntare il dito su qualcuno che conosciamo molto bene: il re Salomone, conosciuto per la sua vanità, per il suo lusso, per la sua sfarzosità e la sua gloria, ma ci dice che si vestiva come uno di loro. 

“Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?” queste sono le uniche preoccupazioni dei discepoli. Non avevano ancora fatto esperienza della fiducia in Dio e la risposta puntuale arriva proprio da Gesù: “Il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno perchè l'azione del Padre precede la richiesta. L’unico Dio che ci perdona i peccati prima di averli commessi e prima di accorgerci di averli fatti è proprio quel Dio di Gesù, un Dio che non vuole la morte del peccatore, ovvero un’anima e un cuore sporco dal denaro e dal potere, ma sporco del putrido delle nostre città. E l’invito ai discepoli, ma anche a noi, con “Cercate invece anzitutto il regno di Dio”, accorgetevi che il vero paradiso, il vero regno di Dio è qui su questa terra, sulle strade del mondo. E poi l’ultimo “non preoccupatevi del domani” perché non abbiamo certezza del domani, il domani, il futuro è pieno di ansie, di paure, perché il futuro si preoccuperà di se stesso e come oggi avete sperimentato l'azione di Dio così sarà anche nel domani. L’invito è di orientare la nostra vita al servizio per il bene degli altri. Ognuno di noi ha inevitabilmente da affrontare le difficoltà di ogni giorno ma con la certezza della presenza di Dio ogni millisecondo nel nostro prossimo.