Commento al Vangelo del giorno Gv 17,12-19 - "Il boccone di Vita"

continuazione di Gv 17,1-11

Gv 17,12-19
:
12Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. 13Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 15Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. 16Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; 19per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.

Al versetto 12 È chiaro il riferimento al Salmo 41 "quelli che mangia il pane con me, ha alzato il suo calcagno". L’amore e il diventare figli di Dio non ce lo impone nessuno, Dio ci fa una proposta come ha sempre fatto sin dall'inizio già nella Genesi. Ma non andiamo a sviscerare tutta la scrittura perché basta che Guardiamo a Gesù nell'ultima cena che ha onorato l’ospite (Giuda) proponendogli il primo boccone come di consuetudine nella sua epoca, facendogli capire che è amato anche se in cuor suo vuole e sa di tradirlo.

Giuda infatti non accetta questo boccone ma esce rifiutando di mettersi alla sequela del Cristo per sempre. Questo non vuol dire che Gesù ha fallito, come anche noi non falliamo se proponiamo il Pane di Vita agli altri. Ha semplicemente fatto la sua scelta! E Gesù ci assicura che neanche se lo tradiamo lui se la prende, ma continua a proporci la Parola, quel boccone del Pane di vita. Abbiamo detto ieri che diventiamo figli di Dio se mettiamo in pratica la sua parola nel servizio. E ci dice che chi condivide con gli altri ciò che ha rende la vita migliore non solo la vita a chi l'ha donato ma anche la propria. Perché della perdizione? Perché ha deciso di occuparsi del male e non del Pane di vita perdendosi nei meandri del buio del suo cuore fino a uccidersi dopo aver consegnato a morte il Cristo.

Gesù ci continua a dire che abbiamo la gioia ovvero che significa una pienezza totale. Tutte le comunità è chiamata a essere la manifestazione di Dio, a diventare il corpo vivente di Dio, il vero tempio, la vera chiesa di carne e non di pietra, in cui vive l'amore e la sua esperienza nel donarsi agli altri.

Amore dato da Dio, amore ricevuto da Dio, amore che si trasforma in amore donato agli altri e in amore contagioso che è gioia piena ed è sua reale presenza, fonte sempre viva di acqua fresca e limpida. Confermato in quel c’è più gioia nel dare che nel ricevere.

E di punto in bianco inizia a parlare di odio. La Parola fa paura ad alcuni, la Parola divide chi la accoglie da una parte e chi non vuole sentirla e ascoltarla. Chi ha la verità si separa dal prossimo, chi è verità si avvicina a tutti. Chi pretende di avere la verità in tasca vuole giudicare e condannare tutti quelli che non accettano la stessa verità. Essere verità significa legare la propria vita con Dio e con Cristo diventando un'unica cosa. Gesù dice che non siamo della società ma siamo nella società e non dobbiamo lasciarci coinvolgere dalla società stessa e dalla sua inautenticità. La Parola di Cristo è via e verità che divide come detto prima e quindi consacrare cioè separati in vista di qualcosa, del bene. E solo così potremo evitare i lupi che si camuffano da pecore e agnelli. 

Gesù ci invia infine con quel andate per le strade di tutto il mondo a portare avanti la sua missione: dare vita nella gioia della condivisione, del servizio e del mettersi al fianco degli ultimi e mai sopra. E per questo lui si consacra a Dio e si fa agnello condotto al macello per darci la vita con il suo testamento, la parola salvifica, la morte e la risurrezione.