Commento al Vangelo del giorno Lc 6,6-11 - "Stendi la mano"

Lc 6,6-11: 6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. 7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. 8Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. 9Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?». 10E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì. 11Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. 

La comunità di Luca ci presenta un Gesù che guarisce un uomo con la mano destra inaridita. Se leggiamo attentamente i capitoli 3 e 4 e poi rileggiamo questi versetti possiamo notare che nei primi Gesù non è attorniato dai discepoli e dalle discepole che invece qui sono presenti. I verbi entrare e insegnare ci dipingono la figura del Cristo come dinamica e sempre in movimento. Se noi ascoltato con gli occhi e non solo con le orecchie queste scene fatte di gesti e parole. Gesù è nella sinagoga e si accorge di un uomo che ha una mano paralizzata. Lui si accorge di questo mentre tutti sono presi dalla religione, dai riti. Come avviene anche oggi: ci occupiamo di pregare e osannare madonne e santi cadendo nel peccato di idolatria e di incensare altari e statue anziché vedere nel fratello vicino la difficoltà di vivere o di essere felice. Non ci accorgiamo che Dio non si trova nelle chiese di pietra perchè siamo offuscati da riti inutili che vengono condannati da Cristo stesso. Dio lo troviamo nelle chiese di carne, nella debolezza umana e nella mano tesa al prossimo. Infatti Gesù ci dice spesso che è nel servizio al nostro prossimo che possiamo conoscere fino in fondo e mettere in pratica il comandamento dell’amore riconoscendo Dio in mezzo a noi. Ma appena gli sguardi di scribi e farisei, dei sacerdoti del tempio, intercettano lo sguardo di Gesù verso questo fratello bisognoso, subito sono lì che sparlano dietro e non vedono l’ora di vedere se Gesù guarirà quell’uomo con l’intento di accusarlo perchè di sabato non bisognava fare nessuna attività. Sapendo bene che i suoi accusatori erano proprio lì al suo fianco o poco distanti disse all’uomo di alzarsi e mettersi in mezzo. Perchè in mezzo? Perchè ci vuole far capire che bisogna mettere al centro l’uomo che è espressione di quel Dio che cammina sulle nostre strade. E se noi non siamo in grado di riscrivere quel Vangelo mettendoci alla sequela di Cristo rischiamo di cadere nella perversione religiosa, rischiamo di fare mille regole inutili che gettono a terra la dignità dell’uomo. Esempi tangibili? Li vediamo ogni giorno con l’emarginazione e la discriminazione di omosessuali, separati, divorziati, risposati. E di cosa ci occupiamo? Di pregare stupidamente ripetendo come dei pappagalli fiumi di parole inutili e mantra che ci distolgono dall’incontrare Cristo nel prossimo, dall’accettare Dio nella nostra vita di fraternità con i nostri compagni di viaggio sulla terra. Ed ecco la domanda che più ci mette in crisi: In giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male? Non accorgerci del fratello che è emarginato e discriminato è un male, escludere e discriminare il nostro fratello o la nostra sorella che sono espressioni di un Dio vivente è peccato, anche non far niente di fronte a delle chiese o a una società che emarginano e considerano persone come peccatori o deviati perché hanno un orientamento sessuale diverso dai preconcetti che l’uomo si è fatto o perché hanno una famiglia non convenzionale o perchè fanno parte di una famiglia allargata o perchè decidono di separarsi piuttosto che ammazzarsi a vicenda. Ma noi ci voltiamo dall’altra parte come fanno i sacerdoti del tempio e se vediamo qualcuno che lavora di domenica diciamo: “Ma non viene a messa e lavora”, spettegoliamo e puntiamo il dito verso queste persone che magari sono personale sanitario o forze dell’ordine, perchè non vengono a ripetere come degli ebeti parole a vanvera. Ecco in verità in verità io vi dico, direbbe Gesù, che sono graditi a Dio chi non si riempie la bocca di parole inutili per osannarlo e fa concretamente servendo i bisognosi della nostra società. E anche nel giorno di sabato che non è un giorno diverso dagli altri. Il miracolo che Gesù si aspetta da ognuno di noi, non perché siamo dei maghi, è che iniziamo a sintonizzarci sulla sua lunghezza d’onda, sul suo modo di pensare mettendo al centro della nostra vita l’uomo. È proprio partendo dall’attenzione che riserviamo al nostro fratello, alla sua sofferenza, alla sua storia, alle sue necessità che viviamo e testimoniamo il Vangelo. Nessuno fa miracoli come siamo soliti pensare un evento soprannaturale fatto dall’uomo. Nessun l’ha mai fatto perchè il miracolo è la bellezza delle cose e degli eventi che ogni giorno si stagliano di fronte ai nostri occhi. A noi viene chiesto “Stendi la mano”, di aprire gli occhi, di accorgerci, di cambiare il focus, di tornare a preferire le persone mettendo in pratica il comandamento dell’amore gettando dogmi e regole assurde inventate dall’uomo che l’hanno incatenato e non gli hanno permesso di conoscere realmente il Dio della vita.