Commento al Vangelo del giorno Gv 17,1-11 - "Siamo davvero tutti figli di Dio?"

Gv 17,1-11 (traduzione CEI 74):
1Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. 2Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. 3Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. 4Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. 5E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. 6Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. 7Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, 8perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. 9Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. 10Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. 11Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.

Nelle meditazioni di questi giorni a venire cercheremo di capire meglio le parole che Gesù rivolse al Padre negli ultimi suoi momenti. La comunità di giovanni conserva gelosamente queste parole tanto da trasmettercele come parole pronunciate da Gesù stesso durante il suo ultimo incontro con i discepoli. Come si dice ai giorni d'oggi è un po' come se fosse il Testamento di Gesù.

Il capitolo 17 termina la lunga riflessione di Gesù, iniziata nel capitolo 15, sulla sua missione nel mondo. Le comunità conservarono queste riflessioni per poter capire il momento di tribolazione, di persecuzione e di abbandono, piena di dubbi. E la lunga riflessione termina con la preghiera di Gesù per le comunità dove sorgono i sentimenti della comunità stessa di Giovanni in quel periodo non tanto semplice per i primi cristiani. 

Possiamo definire questo capitolo con un titolo: la vera amicizia! Questo testo deve essere meditato e ascoltato non solo con le nostre orecchie, ma con le orecchie del cuore. E’ un testo difficile che nessuno potrà mai spiegare alla perfezione, ma che potrai capire solo se mediti e scavi nel più profondo della tua intimità. Come si fa? chiudi gli occhi, fai silenzio e ascolta Dio che ti parla. Cerca di scoprire qual è il messaggio che ogni giorno Gesù tenta di trasmetterci.

Così parlò Gesù. E alzati gli occhi al cielo nel linguaggio biblico indica la sfera divina, disse: Padre. É una caratteristica di questo vangelo, più di tutti gli altri in cui Gesù, per ben 118 volte lo chiama, lo invoca.
"è giunta l’ora!" Ricordiamo le nozze di Cana, quando Maria gli aveva chiesto di intervenire perché mancava il vino, cioè l’amore, Gesù aveva detto non è ancora giunta l’ora? E’ il momento della glorificazione e per capire sempre di più e necessario non distaccare mai la Parola Salvifica - la Croce e la Resurrezione. Gesù inizia a capire che un amico lo tradirà e si affida a Dio, gli dice ho fiducia in te. Padre, riconosceranno che vengo da Te! Gesù è cosciente e ha cercato tante volte di far capire che lui stesso è manifestazione di Dio nel servizio di amore.

Abbiamo detto che il cielo è la sfera divina e Gesù alza gli occhi al cielo, si dirige al Padre e questo lo troviamo solo in questo frangente e durante il risveglio di Lazzaro. La comunità di Gv costruisce questo versetto come il comandamento dell’amore. Gesù non lascia un comandamento da aggiungere agli altri, ma un nuovo comandamento di una qualità che supera tutti gli altri, che li racchiude, e aveva detto: come io vi ho amato, così amatevi voi.

Come gli hai dato autorità su ogni carne, così egli dia vita eterna a tutto quello che gli hai dato: Il potere di Gesù è l’amore che ha dimostrato più di una volta ai suoi discepoli e solo quelli che accolgono e mettono in pratica questo comandamento hanno la vita eterna. L’insegnamento, la Parola di Gesù ci libera e ci salva ed è per questo che i capi sacerdoti e i governatori dell’epoca l’hanno preso per matto per paura che rovesciasse la situazione politica. Il capitolo che stiamo esaminando se andiamo a rileggere dall’inizio Gv era già contenuto nel prologo quando l’evangelista aveva detto: a quanti però lo hanno accolto, ovvero hanno accolto il progetto di vita, Cristo, ha dato il potere di diventare figli di Dio e quindi di diventare portatori di Dio nel mondo. Non si nasce figli di Dio, si diventa con i fatti. Ogni volta che accolgo la parola salvifica e mi metto alla sua sequela mettendo in pratica il servizio al prossimo divento figlio di Dio. Cosa significa diventare figli di Dio? Significa che Dio è Padre per tutti gli uomini, ma non può obbligare gli uomini ad essere suoi figli! 

Don Gallo, un grandissimo profeta su questa terra, disse: “A me non interessa chiedervi se siete o non siete credenti, vi chiedo però se siete credibili. È questo che un giorno Dio chiederà a ciascuno di noi”

Questa è la vita eterna: che conoscano te l’unico Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.4Io ti ho glorificato sulla terra. All’epoca di Gesù c’era un’idea molto diffusa che Gesù cerca di ribaltare. Era il rimpianto per il paradiso perduto. Si leggevano i primi capitoli della Genesi, rimpiangendo il paradiso distrutto. Ma Gesù ci sta dicendo inutile che piangi sul latte versato e hai il rimpianto di un paradiso perso a causa della scelta dell’essere umano, inizia ad alzarti le maniche e a ricostruirlo. Vi ricordate cosa si dice nella Genesi? “e Dio fece”. Gesù continua quel Dio fece con Dio continua a fare annunciando vita al popolo, restituendo luce agli occhi del popolo, restituendo la dignità umana e la forza per mettersi in viaggio e costruire questo nuovo paradiso terrestre.

E ora glorificami,Padre, davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te, prima che il mondo fosse. Per comprendere questo brano bisogna riprendere i famosi versetti del prologo: “In principio era il Verbo, la parola di Dio,e il Verbo era presso Dio e tutto fu fatto per mezzo di lui.... il mondo fu fatto per mezzo di lui”. Cosa ci ricorda? La Genesi sovvertendo e affermando che In principio c’era già una Parola che conteneva il progetto di Dio: Cristo. Per questo Gesù si rivolge a Dio dicendo e ora glorificami. L’immagine di Dio che Gesù ci presenta è lontana dall’immagine della religione dove vi era una divinità era al vertice di una piramide, ma Dio non sta in alto di questa piramide, ma in basso. Infatti la massima espressione è la lavanda dei piedi.

Per arrivare a seguire il Cristo e mettersi alla sua sequela bisogna rompere i nostri legami con il mondo ovvero da quel sistema che regge la società, e più precisamente dall’ingiustizia e dall’odio, lottando per la libertà di ognuno. E i verbi cambiano persino negli evangeli: avere diventa condividere con gli altri, sopravvalere diventa ascendere a fianco agli ultimi e dominazione diventa scoperta della gioia del servire.

Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola.Nella persona di Gesù si manifesta Dio stesso, quel Dio che nessuno aveva mai visto e confermato nel prologo perchè solo il Figlio ne è la rivelazione e anche noi possiamo diventarla nell’amore e nel servizio. La religione è la causa dell’allontanamento degli uomini da Dio, seguendo quelle leggi scritte e pensate per costruire castelli di sabbia come han fatto molte chiese usando il loro poter per discriminare, emarginare e condannare.

Ora conoscono che tutte le cose che mi hai dato vengono da te,perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e conoscono veramente che io sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Alla base della conoscenza c’è l’accoglienza della parola salvifica di Cristo che è parola che arriva da Dio e di cui si fa esperienza, si conosce. Quando accogliamo le parole di Gesù e riusciamo a metterle in pratica, la nostra vita cambia completamente e conosciamo Dio. 

Io chiedo per loro; non chiedo per il mondo E tutte le cose mie sono tue, le tue mie,e io sono glorificato in loro. Quello che è di Dio è pure di Gesù, non nel senso di proprietà, ma nel senso di appartenenza a una stessa famiglia unita dal vincolo dell’amore. QUindi noi non siamo di una chiesa, noi siamo di Dio perchè suoi figli nel servizio al prossimo

Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo. La rottura con il mondo non significa una separazione dal mondo, ma di viverlo per portare la Parola e spezzarsi ogni giorno facendo conoscere il comandamento che racchiude tutte le leggi e tutti i comandamenti. 

Padre santo, conservali nel nome che mi hai dato perché siano uno come noi. Eccolo! SIamo arrivati finalmente a ciò che vi dicevo spesso. È il vertice di tutto il vangelo di Giovanni. Indubbiamente c’è il discorso dell’unità, ma uno nella simbologia ebraica è la cifra che indica il nome di Dio e noi siamo parte di questa grande unione indistruttibile con Dio e Cristo, solo quando ci metteremo alla sequela del Cristo.