Commento al Vangelo del giorno Gv 6,35-40 - "Il Pane di Vita - Questa infatti è la volontà del Padre mio".

Gv 6,35-40 (traduzione CEI 74):
35Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. 36Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. 37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno»

Senza dubbio questa è la continuazione del Vangelo di ieri. Qui Gesù rincara la dose… vediamolo insieme. Eravamo rimasti che Gesù si presenta inizialmente come uno che distribuisce pane e ora ci dice "Io sono il pane". Il pane che dura è l’amore concreto, è la mano tesa al nostro fratello bisognoso, anche di un po’ di affetto perchè sconfortato. Come abbiamo visto nel brano della samaritana la frase è simile ma in contrasto a quella scritta nel libro del Siracide; infatti vi è scritto "chi mi mangia avrà ancora fame e chi mi beve avrà ancora sete". Nuovamente Gesù ribalta le scritture portandole a compimento. La legge portava a insoddisfazione, ad avere ancora fame, come il pozzo di Giacobbe e non colma per niente le necessità dell’uomo se non quelle materiali. Gesù promette che l’uomo troverà soddisfazione perché porta l’uomo a essere dono e a donarsi agli altri, ponendosi al servizio degli altri. DI nuovo ci ripete voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Comprendiamo ora che è lui stesso il segno, è la sua Parola il segno, la parola che da vita e sazietà per la vita eterna. La gente vuole il dono ma non vuole avvicinarsi a lui e non vuole donarsi. Un po’ come quando noi chiediamo mille favori e poi non ricambiamo mai. Sono tantissimi i paralleli tra questo brano e quello della Samaritana. In entrambi vi è un feedback rimembrando gli avi e le loro gesta e in tutti e due viene negata l’utilità del dono dei padri. In entrambi vi è la richiesta di ricevere il dono da parte dei protagonisti e Gesù si rivela come dono definendosi Io sono il Messia Io sono il Pane della vita. Ciò che si evince è la voglia di Gesù di darci una nuova vita, ma ci chiede una mano, ci chiede anche a noi di diventare datori di vita aderendo a lui, ponendoci alla sua sequela. 

La gente non avendo capito bene cosa intendesse Gesù, si sente ripetere che la famosa manna non è stata data per la vita eterna, lui invece è la vita eterna, lui è il datore di vita e lui è quello che accoglie senza pregiudizi, accoglie tutti dal primo all’ultimo. Dio ci ama più di quanto noi pensiamo. Tutto quello che Dio ha voluto mandare su questa terra, l’ha mandato con la Parola del Cristo e tutti siamo invitati a riceverla e donarla accogliendo di conseguenza anche noi il fratello, il prossimo. E ci ripete che lui è il mandato da Dio perchè è stato mandato per realizzare il disegno di Dio stesso, ovvero a portare il comandamento dell’amore, dell’uguaglianza, della fraternità, della libertà. Se ci pensiamo non sono valori religiosi, ma etici. Quindi anche chi si definisce ateo è cristiano in fin dei conti senza però sapere che Cristo ha portato questi messaggi per liberarci dalla nostra amoralità. 

E ora la parte più difficile. Il disegno di Dio è "che di tutto ciò che mi ha affidato io non perda nulla, ma lo resusciti all’ultimo giorno". Bella difficile da comprendere, vero? Proviamoci insieme. Innanzi tutto è la prima volta che appare “ultimo giorno”. Questo è un invito di Gesù, se ci pensiamo, a bere dal suo intimo, ad aderire alla sua parola e a metterla in pratica per poter sconfiggere la morte della nostra vita stessa, ma non nel momento della morte fisica del nostro corpo, ma quando non ci comportiamo da cristiani, quando la nostra anima si spegne e non ci sentiamo più quella fonte sempre nuova, sempre fresca, quell’acqua che zampilla e ci rende felici perchè ci rinnova.L’augurio di oggi è quello di rendere quest’acqua sempre fresca mettendo in pratica la Parola semplicemente usando il comandamento dell’amore che ci ha fatto conoscere Cristo.